Sabato 25 Febbraio 2006 ore 18.00
Aeolian Sound
Concerto/performance

erratum musical
#1
a cura di Gabriele Bonomo

Strumenti:
Echo instrument-Analapos, Glass harmonica-Suzuki type, etc.

in collaborazione con:
e/static, Torino





Con la performance di Akio Suzuki Aeolian Sound, proposta in contemporanea con le installazioni Hana e Otodate che l'artista giapponese ha allestito "in" e "out-door" presso la Galleria e/static di Torino a partire dal 23 febbraio, si inaugura la serie di concerti ed eventi espressamente curati da Gabriele Bonomo per Borgovico33. In Aeolian Sound, Suzuki utilizza una serie di strumenti musicali, tutti auto-costruiti, in una sequenza variabile e non prefissata. L'artista varia di volta in volta, in una modulazione continua, oltre che la sequenza di intervento degli strumenti, l'entità dei tempi assegnati ad ognuno, in stretta simbiosi con le caratteristiche morfologiche dello spazio sede della performance. Ogni strumento a disposizione è in grado di attivare, infatti, determinate risposte da parte dell'ambiente fisico circostante attraverso specifiche modalità esecutive. L'Analapos, ad esempio, lavora su un rapporto primario di causa-effetto, sperimentato dall'artista nel suo ambiente naturale – in Giappone –, con la percezione del fenomeno dell'eco. La Glass-harmonica, costituita da tubi in vetro di varia lunghezza e diametro, percossi, o accarezzati con le dita inumidite, è uno strumento dall'amplissima gamma sonora che, in questo simile all'Analapos, pervade lo spazio, facendolo a sua volta risuonare. Aeolian Sound si configura come un'esplorazione acustica dell'ambiente basata sulla progressiva accettazione dei fenomeni melodici naturali.




Cosa ho imparato nelle Isole Eolie: nell'autunno del 2005 sono andato con un amico londinese, un video-artista, a Stromboli nelle Isole Lipari (Eolie). Aggrappato alla cima del vulcano ho cercato di ascoltare il battito della terra; avevo già lavorato nel 1988 a un simile progetto di registrazione di un giorno nella natura, ma questa volta ho avvertito con maggiore intensità la concentrazione del sacro. Con il mio strumento d'eco ho registrato i fenomeni sonori basati sul vento. Con i movimenti del piedistallo si creavano alcuni effetti come di melodia, ma poiché non mi piacevano li ho rifiutati. Ma dopo un po', anch'io sono arrivato a pronunciare queste parole: «Non è male stare insieme al vento, no?».


Akio Suzuki
(Traduzione dal giapponese
di Luciana Galliano)

In contemporanea:
Akio Suzuki, Hana / Otodate in Torino
giovedì 23 febbraio 2006, a partire dalle ore 18
e/static, via Parma 31 (ang. corso Palermo)
10152 Torino
tel: 011/235140


Akio Suzuki
è conosciuto come uno dei pionieri dell'arte del suono, ma l'ampiezza della sua attività e la dimensione delle sue opere vanno ben oltre i normali confini dell'arte sonora. È stata, forse, più la sua originale "investigazione del suono e dello spazio" ad avere maggiormente focalizzato l'attenzione da parte di artisti di diverse discipline. Il percorso artistico di Suzuki ebbe inizio nel 1963 con una performance alla stazione di Nagoya, durante la quale egli lanciò un secchio pieno di cianfrusaglie lungo il vano di una scala. L'ispirazione d'origine di questa performance – l'idea che il lancio di un oggetto nel vuoto lungo una scala ben equilibrata possa generare un suono piacevole – lo portò a concentrarsi sul desiderio di "ascoltare". Questo desiderio di ascoltare, di sentire, si affermò come una costante nella proposizione artistica di Suzuki. Durante gli anni '60, la vitalità propria all'artista indusse Suzuki a intraprendere una serie di Self-study Events, dove esplorò i processi di "Throwing" e "Following" ( "Lanciare" e "Far seguire"), accettando il mondo naturale come proprio collaboratore. Le esperienze acquisite nel corso di questi eventi lo condussero a inventare, negli anni '70, uno strumento a eco che denominò Analapos. La struttura di questo strumento rassomiglia a quella di due specchi posti l'uno di fronte all'altro, che si riflettono all'infinito. Quale estensione dei principi che stanno alla base dell'Analapos, Suzuki costruì, nel 1988, lo Hinatabokko no kukan ( "Spazio nel Sole"). Questo spazio consiste in due enormi muri paralleli, fra i quali l'artista siede l'intera giornata e purifica il proprio udito ascoltando i suoni riflessi della natura. Questo spazio condusse l'artista a scoprire un nuovo modo di ascoltare. Suzuki stesso commenta: «Il suono, concettualmente imprigionato in vari spazi, viene liberato e lasciato circolare nel mondo». Dalla fine degli anni '70, e per tutti gli anni '80, Suzuki sviluppò anche una forma di performance che definì "Conceptual Soundwork". Applicando una serie di regole autoimposte, semplici e austere, utilizza gli oggetti manipolandoli in modo da ottenere una sorta di "azione intellettuale". Sebbene questi eventi esprimano da un lato una critica al concetto di performance improvvisata e dispersiva, Suzuki è allo stesso tempo costantemente cosciente del processo di ascolto da parte del pubblico e cerca di creare connessioni estemporanee con il luogo della performance. Fu all'incirca in questo periodo che Suzuki iniziò a viaggiare di frequente negli Stati Uniti e in Europa, e le sue esecuzioni nei principali festival musicali, Festival d'Automne (Parigi, 1978) e Documenta 8 (Kassel, 1987) furono accolte con entusiasmo. Da quando l'arte sonora, a partire dagli anni '90, godette di un periodo di prosperità, fu concessa a Suzuki l'opportunità di creare diverse installazioni, specialmente a Berlino. Particolarmente significative furono le sue installazioni "silenziose", come Otodate ( "Echo Point", 1996) a Berlino, Enghien-les-Bains (dal 1997) e Strasburgo; Hana ( "Fiore", 1997) alla Stadtgalarie Saarbrücken; e Pyramid (1999), che permettevano alle persone di "estrinsecare" i suoni. Queste installazioni "silenziose" non erano progettate per criticare le vecchie teorie percettive della musica, piuttosto mettevano in questione la reale "localizzazione" della musica. Attraverso l'incontro con queste opere, le esperienze passate e le memorie degli spettatori venivano ricostruite come nuove esperienze. Questo processo fu fondamentale per l'atto di "ascoltare" le opere. In anni recenti, la capacità di introspezione acquisita con l'installazione Tubridge (1999-2000) alla Daad Gallery di Berlino, aprì nuove strade allo sviluppo delle sue opere future. Registrando le sorgenti sonore che egli stesso creava, e utilizzando l'amplificazione elettrica con dispositivi di uscita da lui stesso progettati, Suzuki è stato in grado di ricostruire suoni e di sperimentare con l'ascolto i "fattori del luogo". Questi esperimenti furono seguiti dal diagramma sonoro Mowe ( "Gabbiano", 2002) per la stazione radiofonica SFB di Berlino, e da Nagekake & Tadori ( "Lanciare e Far seguire", 2002) che includeva alcuni suggerimenti per la costruzione del luogo. I visitatori di quest'ultima mostra furono in grado di sperimentare un «luogo creato dall'artista con un asse spazio-temporale totalmente diverso e a sé stante». Progredendo simultaneamente a queste esperienze, Suzuki ha inaugurato nel 2002 la serie Mogari alla Brunei Gallery presso la School of Oriental & African Studies di Londra. Questa serie è incentrata sulle potenti e incredibili performance con gli Iwabue – degli antichi flauti di pietra scolpiti dalla natura tramandatisi nella famiglia di Suzuki. Usando questi antichi strumenti, Suzuki scolpisce il tempo e il luogo, e attraverso la loro musica egli indaga i propri confini.





1941
Nasce a Pyongyang, di nazionalità giapponese

Anni '60
Inizia i Self-study Events sul suono

Anni '70
Crea una serie di oggetti come strumenti d'eco "Analapos"
Esibizioni sonore solistiche, Minami Gallery, Tokyo ( '76)
Festival d'Automne, Paris ( '78)

Anni '80
Borsa di studio della Fondazione Rockefeller (A.C.C.) di New York ( '81)
Sviluppa la serie di eventi sonori concettuali Throwing and Following ("Lanciare e Far seguire")
Japan House, New York ( '83)
Pro Musica Nova, Bremen ( '84)
Documenta 8, Kassel ( '87)
Porta a termine il Progetto Space in te Sun ("Spazio nel sole"), uno spazio per ascoltare il suono della natura in un giorno di equinozio, linea meridiana, Amino, Kyoto ( '88)

Anni '90
Esibizioni sonore e performance, Xebec, Kobe ( '93)
Ospite del Berliner Künstlerprogramm della Daad ( '94)
Festival Inventionen '94, Berlino
Inizia la serie di installazioni sonora Cause and Effect
("Causa ed Effetto")
Museet for Samitidskunst, Roskilde, Danimarca ( '94)
Künstlerhaus Bethanien, Berlino ( '94)
7th International Contemporary Music Forum di Kyoto ( '95)
Sonambiente, Festival für Hören und Sehen, Berlino ( '96)
Esposizione personale alla Stadtgalerie Saarbrücken, Germania ( '97)
Otodate II sul fiume Reno, Strasburgo e Kehl, Francia e Germania,
( '97)
Otodate III progetto e performance sul lago a Enghien-les-Bains, Francia ( '97)
Donaueschinger Musiktage '98, Donaueschingen ( '98)
Otodate-room per la seconda edizione della Bienniale d'Arte Contemporanea di Enghien-les-Bains, Francia ( '98)
Soundculture 99, Auckland, Nuova Zelanda ( '99)
Klang Kunst Festival, Wiesbaden ( '99)
Gelbe Musik, Berlino ( '99/ '00)

Anni 2000
Esposizione personale Tubridge 99-00, Daad Gallery,
Berlino ( '99/ '00)
Singuhr, Parochialkirche, Berlino ( '00)
Visual Sound, The Mattress Factory, Pittsburg ( '01)
Concerto con l'Ensemble Zwischentöne
Hamburger Bahnhof, Berlino ( '01)
Klanggalerie, SFB, Berlino ( '02)
Brunei Gallery Lecture Theatre, SOAS, London University ( '02)
Performance solistica The Sound of Mogari III, Tokyo ( '02)
Otodate a Chu-wei (Taiwan) per l'esposizione "The Landscape of Tamsuei, The City Encounters the River", con il Bamboo Curtain Studio ('02)
Festival Archipel, Ginevra ( '03)
Esposizione personale Resonances, Musée Zadkine, Parigi ( '04)
Sound Out, esposizione collettiva, National Sculpture Factory,
Cork ('05)
A seguire Festival Maerz-Musik, Berlino (17 marzo '06)
Sonambiente II, Festival für Hören und Sehen, Berlino (1 giugno '06)



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